Colombo chiede spazio

Il grande escluso dalle elezioni del 2004 si rimette a disposizione per le elezioni comunali, sia per il Municipio che per il Consiglio comunale.E presenta le sue ideeChiasso, lanciata la campagna d’aprile.  di ROLF STEPHANI

Chiasso di giorno in giorno, e non solo da domenica scorsa, respira aria di campagna elettorale. Ed il nome più chiacchierato, fra le possibili novità, è quello del deputato liberale Moreno Colombo. E allora siamo andati da lui.È vero che la gente che incontra per stradala saluta dicendole buongiorno signor sindaco?«Beh, fa un po’ sorridere ma è vero chemi sta capitando sempre più spessoe devo riconoscere che la cosa mi metteanche un po’ in imbarazzo.  Comunque è così.».Segno anche della popolarità di Moreno Colombo,deputato in Gran Consiglio dal 1995, rieletto brillantemente nell’aprile scorso, già consigliere comunale a Mendrisio per due legislature. Popolarità che si appaia alla voglia di cambiamento che, non è una novità, sembra particolarmente forte nella città di confine. Ormai siamo alla vigilia delle elezioni comunali e dopo i rovesci subiti dal Municipio dalle urne di Piazza Indipendenza, dalla votazione sulla riqualifica di Corso San Gottardo e dalla bocciatura da parte dei vicini del progetto di fusione, a Chiasso la campagna elettorale è iniziata da un pezzo. E Moreno Colombo ha da tempo detto di volersi mettere a disposizione della sezione cittadina del PLR. «Ho già detto di essere disponibile e adesso attendo il via libera da parte del Cda della Banca Raiffeisen dove lavoro.E poi ovviamente dovrò attenderela chiamata da parte della Commissione cerca del PLR. Ripeto sarei davvero contento di essere in lizza per il Municipio e per il Consiglio comunale, anche se non nascondo una preferenza per l’Esecutivo, visto che si tratta di un ’attività che non ho mai avuto modo di affrontare nel corso della mia carriera politica».La chiamata era attesa già nel 2004 ma non arrivò …«Allora mi si disse che ero appena arrivato in città. Vero, però lo è altrettanto il fatto che arrivavo da Genestrerio, un Comune confinante con un possibile alleato di Chiasso nel progetto originario dell’aggregazione. Voglio dire che mi è sembrata un po’ una scusa, perché se si crede nelle fusioni allora significache i confini territoriali non hanno piùun gran senso. È stato un boccone amaro, ma ho accettato la decisione della sezione senza sollevare alcun polverone».Non l’hanno voluta quattro anni fa, perché la dovrebbero volere adesso?«In aprile nella votazione per il rinnovo del Parlamento a Chiasso ho ottenuto1566 voti, è stato un risultato notevole, il migliore fra i candidati chiassesi.Credo cioè che la gente mi abbia premiato per il lavoro svolto ma anche per una forma di solidarietà dopoquesta esclusione dalla lista per il Municipio».Da sola la popolarità però non basta, servono idee e programmi.«E per Chiasso anche qualcos’ altro.Credo che la mia forza sia il contatto con la gente. Ascolto tutti, di tutti i ceti,di tutte le categorie professionali,senza preclusioni di sorta. Adesso Chiasso ha bisogno di ritrovare il dialogo fra la popolazione e le autorità comunali. Senza una premessa di questo genere risulta difficile costruire qualcosa o proporre nuovi progetti.Mendrisio è un buon esempio, la rivalità fra il PLR e il PPD è storica, ma non per questo non si trova il mododi collaborare. La petizione per abbattere l’ex Jelmoli viene portata avantida un gruppo di persone profilate neidiversi partiti, ed è solo l’ultimo esempio . E di Mendrisio nessuno parla mai male. A Chiasso invece…«A Chiasso più che una spaccatura adesso c’è uno scollamento fra autorità e popolazione. Si sta già per esempio parlando di un possibile referendum sulla posa delle vele in Piazza Indipendenza. E il progetto non è ancora passato al vaglio del consiglio comunale. Mi pare significativo».Ma non è che invece in questa legislatura a Chiasso c’è chi lavora sistematicamentecontro ogni proposta del Municipio? «Può essere. Ritengo però che bisognava muoversi subito, agli inizi, senza lasciare incancrenire la situazione.Voglio dire che occorre anche avere la capacità e la volontà di dialogare con chi fa opposizione. Non è facile, ma un politico sa che ogni tanto bisogna abbassarela testa, cercare di capire e poi risolvere i problemi. E ogni tanto è necessariofare autocritica».Insomma, ricreare il consenso per ripartire. E poi?«Gli argomenti non mancano a cominciare dalla viabilità che rimane unnodo irrisolto. E poi la pressione fiscale.Il moltiplicatore aritmetico è all’80 per cento. Serviva l’85 per assicurare un margine nel caso della fusione coni vicini di Vacallo e Morbio. Bocciata l’aggregazione Chiasso può scendere tranquillamente all’80 per cento, senza rinunciare a nulla di ciò che ha oche ha in vista, nemmeno nel campodella socialità, dove semmai occorre combattere gli abusi. Occorre incentivarei contatti con il settore bancario ed  i commerci. Chiasso ha bisogno di garanzie e di nuovi insediamenti,che a mio modo di vedere devono essere per esempio possibili già nel campofiduciario e non solo».Fusioni, è un discorso chiuso?«No, è da riprendere con i Comuni vicini,senza fissare obiettivi e scadenze ma incentivando i contatti personali».Ritorniamo all’aprile 2008. Si sente parlareanche di una possibile lista civica, ne farebbe parte?«Sono liberale fino al midollo e dunque lo escludo. Nel caso, che ritengocomunque remoto, una lista simile potrebbe essere portata avanti dapersone profilate che hanno già avuto modo di lavorare per la città. In ognicaso sarebbe una lista che farebbe sicuramente del male al PLR e in ultima analisi alla popolazione di Chiasso».Si aspetta una lista di battaglia da parte del suo partito, magari con un testa a testa fra lei e il sindaco Claudio Moro?«Perché escluderla?»

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