Ricerca della condivisione e senso della responsabilità nella gestione dello Stato
Parecchi sono gli scandali che, purtroppo, hanno scosso negli ultimi anni il nostro Paese. Essi hanno investito il mondo economico e quello politico. Ciò ha portato alla logica conseguenza che una fetta consistente della popolazione, oltre che percepire il malessere che aleggia nella società contemporanea, nutre sfiducia nei confronti delle istituzioni. E tale sentimento è più che comprensibile, malgrado ci sia sempre gente seria che all’interno delle istituzioni svolge il proprio lavoro con onestà e rettitudine
Ciononostante, ritengo che sia sorta l’urgente necessità di un ricambio nella mentalità di fare politica: la politica non è un luogo di spartizione della torta, dei piccoli giochetti di palazzo, delle pastette. I politici nostrani devono riguadagnarsi la fiducia della gente, e la gente merita di essere ripagata.
Personalmente, ho sempre dato grande importanza al concetto di responsabilità. A questo proposito, non intendo immergermi nel pur interessante dibattito sull’introduzione del sistema maggioritario a livello di Legislativo e di Esecutivo, che per la sua complessità meriterebbe un dibattito a parte. Mi limito a proporre che si debba iniziare un vero dibattito sulla rotazione dei dipartimenti. Infatti, se un singolo dipartimento rimane appannaggio di una sola formazione politica, il dibattito interno ad esso ed il senso critico rischiano di restare ingessati. Questo senza nulla togliere alle capacità organizzative dei funzionari. Perché, ad esempio, non assegnare al Partito Liberale Radicale il Dipartimento della Sanità e Socialità (DSS) nella prossima legislatura?
Un altro mutamento sostanziale di attitudine in seno al Consiglio di Stato lo si otterrebbe con una maggiore versatilità di ogni singolo Consigliere. Cos’è un governante prima di essere un politico o una politica? Un uomo o una donna. E in quanto tale, arricchito delle sue esperienze di vita particolari. Perciò, non vedo cosa ci sia di male ad apportare la propria esperienza anche in altri dipartimenti. Naturalmente, ostacolare o interferire nel lavoro del collega responsabile non va bene, però contribuire a migliorarlo certamente sì…
A mio modesto avviso, quello che il popolo vuole una volta per tutte è vedere meno litigiosità. Meno litigiosità distruttiva, fine a se stessa, più confronti costruttivi. Ciò che ha sempre fatto arrabbiare anche me è l’arroccamento su posizioni schematiche, predefinite, ed il conseguente preconcetto verso tutto ciò che sa di diverso. Mi sono sempre ritenuto un politico al di fuori degli schemi strettamente partitici, pur riaffermando le mie idee, i miei valori e la mia fede liberali-radicali. L’importante rimane abbracciare il buon senso ed una sana dialettica (tra colleghi di partito, parlamentari o Consiglieri di Stato che siano) fattori che aiutano certamente a raggiungere prima le soluzioni tanto cercate, piuttosto che accapigliarsi inutilmente a causa di opinioni prevenute.
Moreno Colombo, candidato al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio per il PLR