Interrogazione – ristorno fiscale dei frontalieri
INTERROGAZIONE RIGUARDANTE IL PROBLEMA GENERALE DEL RISTORNO DEI FRONTALIERI, COME PURE L’INSOSTENIBILE SITUAZIONE DEI CITTADINI STRANIERI CHE RISIEDONO IN TICINO (ED USUFRUISCONO DI TUTTI I SERVIZI EROGATI DAI COMUNI) MA CHE LAVORANO A CAMPIONE D’ITALIA E PAGANO INTERAMENTE LE IMPOSTE IN ITALIA SENZA RISTORNI AI COMUNI
Una fondamentale preoccupazione di questo quadriennio è quella di ritrovare l’equilibrio finanziario per cui la fiscalità assume, pur essendo un tema controverso, un’importanza fondamentale. Al di là dell’esigenza di attenuare o di promuovere gli sgravi fiscali o di rivedere anche a livello cantonale l’imposizione dei dividendi, come già hanno fatto sinora 18 Cantoni svizzeri, si manifesta oggi un’evidenza con aspetti internazionali che comporta un impegno finanziario rilevante e ricorrente per il Cantone Ticino.
Mi riferisco qui ad un recente studio apparso nel Corriere del Ticino ad opera di Marco Bernasconi e Donatella Ferrari dove viene approfondita tutta la questione riguardante il ristorno fiscale che il Cantone Ticino, nella misura di ca. 40 mio l’anno per le imposte cantonali, comunali e federali, deve versare all’Italia quale rifusione per le spese che i Comuni di frontiera italiani debbono sostenere per i loro residenti che svolgono un’attività dipendente in Svizzera.
In quello studio si fa riferimento sia al trattato tra la Svizzera e l’UE sulla libera circolazione delle persone, sia alla recente convenzione pattuita tra Austria e Svizzera, dove il ristorno delle imposte a carico della Svizzera per i frontalieri austriaci, è stato stabilito nel 12.5% delle imposte cantonali, comunali e federali prelevate in Svizzera. Il Ticino invece sulla base di un accordo “datato” (risale al 1974) deve versare una percentuale del 38.8% che comporta un esborso di ca. 40 mio all’anno per le imposte cantonali, comunali e federali. Se si potesse attuare anche per il Ticino il modello austriaco il risparmio di imposte sarebbe rilevante.
LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE SUI RAPPORTI TRA IL CANTONE TICINO E IL COMUNE DI CAMPIONE D’ITALIA PROPOSTA DAL GOVERNO CON MESSAGGIO 5898 RISULTA INSODDISFACENTE (VEDI ALLEGATO) E NON TROVA SOLUZIONI A FAVORE DEI COMUNI. Rammento che i Comuni di residenza devono garantire tutti i servizi comunali nonché l’uso delle infrastrutture pubbliche anche per queste famiglie (ad esempio la scuola dell’infanzia (costo pro allievo CHF 10’000 p.a. ca., quella elementare costo pro allievo CHF 15’000 p.a. ca. e in caso di necessità, i servizi spitex). Anche in questo caso l’accordo sulla libera circolazione delle persone hanno messo in difficoltà i nostri Comuni.
Sulla base di quanto sopra interrogo il Consiglio di Stato per sapere quale strategia intende seguire perché si possa rinegoziare l’Accordo dei frontalieri con l’Italia per giungere a una soluzione analoga a quella prevista dall’accordo tra Austria e la Svizzera.
Allegati: articolo CDT (Bernasconi Marco e Ferrari Donatella), messaggio governativo 5898, interrogazione e risposta del Governo (rapporti Campione d’Italia/Ticino)