“Sicurezza a Chiasso?… C’è tutto un mondo intorno’

Credo si debba distinguere tra quella che viene definita la ‘ sicurezza oggettiva’ ed il sentimento di insicurezza. La prima si stabilisce sulla base di statistiche: quan­ti reati sono stati commessi per rapporto allo scorso anno, negli altri cantoni svizze­ri, negli Stati a noi confinanti? Ritengo che, come nel resto del Cantone anche Chiasso in questo senso possa definirsi ‘ un comune sicuro’.

Certo, la sicurezza non è mai ‘ troppa’; come dicevo è uno dei beni che più stanno a cuore alla gente (esprimo un ringraziamen­to ai tutori dell’ordine). La sicurezza non è tutto ma nulla è possibile senza sicurezza: né sviluppo economico né vera socialità ( per limitarmi a due temi tra tanti). Co­munque – e mi ripeto – la sicurezza oggetti­va da noi può essere considerata buona. Diverso è il discorso del sentimento di in­sicurezza, ossia del timore della nostra gen­te di essere oggetto di reato. E qui le statisti­che contano poco!
La mia vicina che vive sola e che legge delle malefatte di alcuni criminali in un appartamento dove hanno legato una sua coetanea, l’hanno magari anche picchiata e le hanno rubato quei quattro gioielli che aveva, ha paura. Come combattere contro questo sentimento? Di ricette miracolo non ce ne sono, ma passi nella giusta direzione si compiono certamente ‘ marcando mag­gior presenza’ sul territorio, con i nostri agenti. Come: con persone in divisa che si spostano a piedi, parlano con la nostra gen­te, spiegano e rassicurano. Meglio quello di una pattuglia che passa blindata in auto e guarda tutti come se fossero potenziali sospetti.
Anche da noi si parla di polizia di prossi­mità ma ho l’impressione – magari mi sba­glio – di incontrare sempre meno spesso un poliziotto a Chiasso che mi dice: «Alura Co­lombo, cuma la và?». E non deve chiederlo a me perché sono in lista per il Municipio, lo deve chiedere al fiorista, alla signora Gian­na, all’anziano che viene al parco e che se­gnalerà che c’è, da qualche giorno, un gruppo di giovani che « a ga piass mia tant»…, ecc.
Una sorta di ‘ collaborazione’, perché la sicurezza non è appannaggio solo della po­lizia, è compito di noi tutti! Alle persone che asseriscono che mai verrebbero ad abitare a Chiasso, per motivi di sicurezza, posso solo dire che l’autorità ha bisogno di mag­giore collaborazione e partecipazione da parte di tutti i cittadini, per il resto le invito a riflettere: ‘ c’è tutto un mondo intorno’: buon viaggio!

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