«Fusioni sì ma non subito»

(intervista Cdt del 28 luglio 2008)

È un bilancio positivo quello tratteggiato dal sindaco di Chiasso Moreno Colombo sui primi tre mesi e spiccioli di operato del rinnovato esecuti­vo. Iniziata all’insegna dell’attivismo, come dimostrano i numerosi prov­vedimenti presi in queste settimane, la legislatura in corso si sta carat­terizzando come quella del riavvio del dialogo con la popolazione, sfilac­ciatosi nei mesi scorsi. Dalla comunicazione e dall’incontro con la citta­dinanza e i centri limitrofi parte, secondo Colombo, ogni progetto di buon governo. Non mancano tuttavia le incognite che rischiano di ostacolare il cammino intrapreso dal nuovo Municipio, la cui stella polare è il rilan­cio economico della cittadina di confine. Prima difficoltà da affrontare è la crisi che ha colpito alcune importanti banche. Istituti di credito che garantiscono a Chiasso cospicue entrate fiscali. Per questo Colombo av­vierà una verifica finanziaria e chiederà sobrietà nelle spese.

Signor Sindaco, è soddisfatto del­l’azione politica del Municipio in que­sti suoi primi tre mesi di esperienza?
«Sono soddisfatto. Bisogna consi­derare che tre municipali su cin­que sono nuovi, si è perciò reso necessario un periodo di appren­distato sulle tematiche concer­nenti i vari dicasteri. Stiamo an­dando nella giusta direzione: mi piace in particolare il fatto che la nuova compagine municipale si sia posta l’obiettivo di comunica­re di più con la popolazione, per rendere conto di ciò che si fa. No­to anche l’impegno a evitare le uscite personali sui quotidiani, ora l’esecutivo parla con una so­la voce. C’è poi la forte volontà di discutere serenamente di vari ar­gomenti con i Comuni limitrofi e sono stati fatti dei passi verso Mendrisio. Lo dimostra l’appog­gio distrettuale dato alla candi­datura di Nadia Fontana Lupi nel­l’elezione del cda dell’ Ente turi­stico ticinese e questo non rimar­rà un caso isolato».

Signor Sindaco, è soddisfatto del­l’azione politica del Municipio in que­sti suoi primi tre mesi di esperienza?
«Sono soddisfatto. Bisogna consi­derare che tre municipali su cin­que sono nuovi, si è perciò reso necessario un periodo di appren­distato sulle tematiche concer­nenti i vari dicasteri. Stiamo an­dando nella giusta direzione: mi piace in particolare il fatto che la nuova compagine municipale si sia posta l’obiettivo di comunica­re di più con la popolazione, per rendere conto di ciò che si fa. No­to anche l’impegno a evitare le uscite personali sui quotidiani, ora l’esecutivo parla con una so­la voce. C’è poi la forte volontà di discutere serenamente di vari ar­gomenti con i Comuni limitrofi e sono stati fatti dei passi verso Mendrisio. Lo dimostra l’appog­gio distrettuale dato alla candi­datura di Nadia Fontana Lupi nel­l’elezione del cda dell’ Ente turi­stico ticinese e questo non rimar­rà un caso isolato».

Nonostante il poco tempo trascorso dal suo insediamento, si è già notato un deciso cambio di rotta rispetto al recente passato, basti pensare al ri­tiro del messaggio sulla copertura di piazza Indipendenza e allo stop al tra­sferimento del Centro profughi nel quartiere Soldini. Significa che l’ope­rato del precedente esecutivo non è da voi valutato positivamente?
«Oltre all’informazione puntua­le sull’attività del Municipio, l’al­tro tassello del nostro modo di operare è la presa di decisioni in sintonia con le esigenze della po­polazione. Siamo i rappresentan­ti della cittadinanza, dobbiamo agire ascoltandone le esigenze e le sensazioni. Un membro del­l’esecutivo o del legislativo deve sapere ponderare anche i malu­mori della gente. Le decisioni sul­le vele in piazza Indipendenza e sulla pianificazione del nuovo Centro asilanti tengono conto di queste considerazioni. In passa­to sono state adottate risoluzio­ni
senza valutare questi aspetti».

Uno degli argomenti forti dell’ultima campagna elettorale era la necessità di ricostruire il dialogo con la popola­zione, interrottosi bruscamente con il Municipio uscente. Che aria si re­spira ora nella cittadina?
«Questo è un aspetto difficile da valutare. Per quello che posso constatare quotidianamente, tra la popolazione è scomparsa la considerazione negativa verso il Municipio. È stato dato un gran­de credito all’esecutivo anche per il mutato atteggiamento verso la cittadinanza, che ora viene mag­giormente coinvolta nei processi decisionali, così come le commis­sioni di quartiere – le quali riceve­ranno sempre una risposta – e i rappresentanti dei partiti».

Gli equilibri politici nella cittadina sembrano essere cambiati, come sot­tolineato anche da autorevoli espo­nenti del PLR di Chiasso. Si sente an­cora bersaglio della fronda radicale?“Periodicamente leggo prese di posizione che non mi scalfiscono minimamente. Sono sereno, sie­do da 13 anni in Gran Consiglio e nessuno è mai riuscito ad appic­cicarmi l’etichetta di liberale o di radicale. Ho sempre preso deci­sioni nell’interesse dei cittadini e così intendo procedere anche in questa mia nuova esperienza».

Nei prossimi mesi intende dialogare anche con la sinistra, apparentemen­te passata all’opposizione, o si man­terrà la logica del confronto?
«All’interno del Municipio il dia­logo è sereno tra tutte le sue com­ponenti
partitiche. Sono a dispo­sizione di ogni partito, quindi ov­viamente anche dei socialisti e dei Verdi».


Quali sono le priorità adesso nella sua agenda politica? Quale ricetta propo­ne per il rilancio di Chiasso?
«La mia priorità è compiere un’approfondita verifica finan­ziaria che preluda alla stesura del preventivo 2009. Sono già stati convocati tutti i capiservizio per chiedere loro una giusta valuta­zione di entrate e uscite. Il pre­ventivo 2009 dovrà tenere conto della crisi di alcuni istituti ban­cari, per questo chiediamo ai va­ri settori dell’amministrazione di spalmare gli investimenti e le spe­se di manutenzione su più anni. È una questione di coscienza. Grazie a riduzioni delle uscite, principalmente al capitolo “Beni e servizi”, di un paio di milioni e a maggiori entrate fiscali (consi­derando l’ultimo dato in nostro possesso relativo alle imposte sul­le persone fisiche e imposte alla fonte)potremmo recuperare cir­ca 4 milioni di franchi. Puntere­mo sull’aumento delle entrate e sulla riduzione delle uscite.
Il rilancio deve passare per forza dal dialogo che porta a risolvere i piccoli problemi della quotidia­nità, dal bisogno di sicurezza al­la pulizia delle strade e dei par­chi pubblici. Noi ci stiamo muo­vendo in questa direzione, è an­che così che si migliora la vivibi­lità di Chiasso. Bisogna inoltre ri­solvere in fretta il problema della viabilità, dando delle risposte al­la popolazione e a chi viene a Chiasso. Al di là della situazione viaria interna, raggiungere Chias­so è più facile che raggiungere Mendrisio o Lugano. Ci siamo ac­corti che la gente sta tornando a Chiasso, alle 9 del mattino il par­cheggio Comacini è pieno e a Re­gistro di commercio fioccano le nuove iscrizioni, indice di fidu­cia
verso la piazza finanziaria».


Anche con i Comuni limitrofi i rappor­ti sembrano ora più distesi. Ritiene che il progetto delle aggregazioni pos­sa essere ripreso già in questa legisla­tura?
«Di sicuro vanno migliorate le collaborazioni intercomunali, mentre per le aggregazioni dob­biamo attendere qualche input. Quella delle fusioni è la strada da percorrere, ma non a tappe for­zate. Sarà difficile aggregarsi in questa legislatura, la priorità è ri­costruire buoni rapporti con i vi­cini. Nelle scorse settimane ab­biamo incontrato i Comuni limi­trofi fino a Coldrerio compresa. Questi incontri da settembre do­vrebbero diventare mensili e da­re l’occasione ai vari capidicaste­ro di affrontare le problematiche che li riguardano. Per ogni sedu­ta dovrebbe esserci un tema al­l’ordine del giorno».


Pensa che il Mendrisiotto del futuro possa essere bipolare, o lo strapote­re di Mendrisio creerà il vuoto dietro di sé?
«I temi principali – la sicurezza, la viabilità, l’ambiente, l’educa­zione, la cultura, la pianificazione territoriale e l’offerta turistica – vanno giocoforza pensati a livel­lo distrettuale, anche per evitare frazionamenti e doppioni sem­pre meno comprensibili. Io cre­do che tutto il Mendrisiotto deb­ba contribuire ad un miglior fun­zionamento della gestione pub­blica. Anche Mendrisio alla lun­ga avrà bisogno degli altri Comu­ni per potersi sviluppare. Il bipo­larismo c’è perché nei due centri hanno sede alcuni importanti servizi per il distretto. Andranno sviluppate le sinergie, ad esem­pio: Chiasso può sostenere Men­drisio nel campo dell’offerta uni­versitaria e Mendrisio può trarre vantaggi dalla nostra forza nel ter­ziario
avanzato».
Patrick Colombo (Cdt).

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