Signor Sindaco, è soddisfatto dell’azione politica del Municipio in questi suoi primi tre mesi di esperienza?
«Sono soddisfatto. Bisogna considerare che tre municipali su cinque sono nuovi, si è perciò reso necessario un periodo di apprendistato sulle tematiche concernenti i vari dicasteri. Stiamo andando nella giusta direzione: mi piace in particolare il fatto che la nuova compagine municipale si sia posta l’obiettivo di comunicare di più con la popolazione, per rendere conto di ciò che si fa. Noto anche l’impegno a evitare le uscite personali sui quotidiani, ora l’esecutivo parla con una sola voce. C’è poi la forte volontà di discutere serenamente di vari argomenti con i Comuni limitrofi e sono stati fatti dei passi verso Mendrisio. Lo dimostra l’appoggio distrettuale dato alla candidatura di Nadia Fontana Lupi nell’elezione del cda dell’ Ente turistico ticinese e questo non rimarrà un caso isolato».
Signor Sindaco, è soddisfatto dell’azione politica del Municipio in questi suoi primi tre mesi di esperienza?
«Sono soddisfatto. Bisogna considerare che tre municipali su cinque sono nuovi, si è perciò reso necessario un periodo di apprendistato sulle tematiche concernenti i vari dicasteri. Stiamo andando nella giusta direzione: mi piace in particolare il fatto che la nuova compagine municipale si sia posta l’obiettivo di comunicare di più con la popolazione, per rendere conto di ciò che si fa. Noto anche l’impegno a evitare le uscite personali sui quotidiani, ora l’esecutivo parla con una sola voce. C’è poi la forte volontà di discutere serenamente di vari argomenti con i Comuni limitrofi e sono stati fatti dei passi verso Mendrisio. Lo dimostra l’appoggio distrettuale dato alla candidatura di Nadia Fontana Lupi nell’elezione del cda dell’ Ente turistico ticinese e questo non rimarrà un caso isolato».
Nonostante il poco tempo trascorso dal suo insediamento, si è già notato un deciso cambio di rotta rispetto al recente passato, basti pensare al ritiro del messaggio sulla copertura di piazza Indipendenza e allo stop al trasferimento del Centro profughi nel quartiere Soldini. Significa che l’operato del precedente esecutivo non è da voi valutato positivamente?
«Oltre all’informazione puntuale sull’attività del Municipio, l’altro tassello del nostro modo di operare è la presa di decisioni in sintonia con le esigenze della popolazione. Siamo i rappresentanti della cittadinanza, dobbiamo agire ascoltandone le esigenze e le sensazioni. Un membro dell’esecutivo o del legislativo deve sapere ponderare anche i malumori della gente. Le decisioni sulle vele in piazza Indipendenza e sulla pianificazione del nuovo Centro asilanti tengono conto di queste considerazioni. In passato sono state adottate risoluzioni senza valutare questi aspetti».
Uno degli argomenti forti dell’ultima campagna elettorale era la necessità di ricostruire il dialogo con la popolazione, interrottosi bruscamente con il Municipio uscente. Che aria si respira ora nella cittadina?
«Questo è un aspetto difficile da valutare. Per quello che posso constatare quotidianamente, tra la popolazione è scomparsa la considerazione negativa verso il Municipio. È stato dato un grande credito all’esecutivo anche per il mutato atteggiamento verso la cittadinanza, che ora viene maggiormente coinvolta nei processi decisionali, così come le commissioni di quartiere – le quali riceveranno sempre una risposta – e i rappresentanti dei partiti».
Gli equilibri politici nella cittadina sembrano essere cambiati, come sottolineato anche da autorevoli esponenti del PLR di Chiasso. Si sente ancora bersaglio della fronda radicale?“Periodicamente leggo prese di posizione che non mi scalfiscono minimamente. Sono sereno, siedo da 13 anni in Gran Consiglio e nessuno è mai riuscito ad appiccicarmi l’etichetta di liberale o di radicale. Ho sempre preso decisioni nell’interesse dei cittadini e così intendo procedere anche in questa mia nuova esperienza».
Nei prossimi mesi intende dialogare anche con la sinistra, apparentemente passata all’opposizione, o si manterrà la logica del confronto?
«All’interno del Municipio il dialogo è sereno tra tutte le sue componenti partitiche. Sono a disposizione di ogni partito, quindi ovviamente anche dei socialisti e dei Verdi».
Quali sono le priorità adesso nella sua agenda politica? Quale ricetta propone per il rilancio di Chiasso?
«La mia priorità è compiere un’approfondita verifica finanziaria che preluda alla stesura del preventivo 2009. Sono già stati convocati tutti i capiservizio per chiedere loro una giusta valutazione di entrate e uscite. Il preventivo 2009 dovrà tenere conto della crisi di alcuni istituti bancari, per questo chiediamo ai vari settori dell’amministrazione di spalmare gli investimenti e le spese di manutenzione su più anni. È una questione di coscienza. Grazie a riduzioni delle uscite, principalmente al capitolo “Beni e servizi”, di un paio di milioni e a maggiori entrate fiscali (considerando l’ultimo dato in nostro possesso relativo alle imposte sulle persone fisiche e imposte alla fonte)potremmo recuperare circa 4 milioni di franchi. Punteremo sull’aumento delle entrate e sulla riduzione delle uscite.
Il rilancio deve passare per forza dal dialogo che porta a risolvere i piccoli problemi della quotidianità, dal bisogno di sicurezza alla pulizia delle strade e dei parchi pubblici. Noi ci stiamo muovendo in questa direzione, è anche così che si migliora la vivibilità di Chiasso. Bisogna inoltre risolvere in fretta il problema della viabilità, dando delle risposte alla popolazione e a chi viene a Chiasso. Al di là della situazione viaria interna, raggiungere Chiasso è più facile che raggiungere Mendrisio o Lugano. Ci siamo accorti che la gente sta tornando a Chiasso, alle 9 del mattino il parcheggio Comacini è pieno e a Registro di commercio fioccano le nuove iscrizioni, indice di fiducia verso la piazza finanziaria».
Anche con i Comuni limitrofi i rapporti sembrano ora più distesi. Ritiene che il progetto delle aggregazioni possa essere ripreso già in questa legislatura?
«Di sicuro vanno migliorate le collaborazioni intercomunali, mentre per le aggregazioni dobbiamo attendere qualche input. Quella delle fusioni è la strada da percorrere, ma non a tappe forzate. Sarà difficile aggregarsi in questa legislatura, la priorità è ricostruire buoni rapporti con i vicini. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato i Comuni limitrofi fino a Coldrerio compresa. Questi incontri da settembre dovrebbero diventare mensili e dare l’occasione ai vari capidicastero di affrontare le problematiche che li riguardano. Per ogni seduta dovrebbe esserci un tema all’ordine del giorno».
Pensa che il Mendrisiotto del futuro possa essere bipolare, o lo strapotere di Mendrisio creerà il vuoto dietro di sé?
«I temi principali – la sicurezza, la viabilità, l’ambiente, l’educazione, la cultura, la pianificazione territoriale e l’offerta turistica – vanno giocoforza pensati a livello distrettuale, anche per evitare frazionamenti e doppioni sempre meno comprensibili. Io credo che tutto il Mendrisiotto debba contribuire ad un miglior funzionamento della gestione pubblica. Anche Mendrisio alla lunga avrà bisogno degli altri Comuni per potersi sviluppare. Il bipolarismo c’è perché nei due centri hanno sede alcuni importanti servizi per il distretto. Andranno sviluppate le sinergie, ad esempio: Chiasso può sostenere Mendrisio nel campo dell’offerta universitaria e Mendrisio può trarre vantaggi dalla nostra forza nel terziario avanzato».
Patrick Colombo (Cdt).
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